TEMA NAZIONALE 2019/2021
“GENDER: differenze nei ruoli, nel sociale, nell’educazione e nel lavoro”.

Sezione FIDAPA di Soveria Mannelli INCONTRO SUL WEB CON LA FIDAPA – Dicembre 2020 “GENDER: Differenze nei ruoli, nelle relazioni, nell’educazione, nel lavoro….”

Un affettuoso saluto a tutte le Fidapine. Ci siamo date questo appuntamento per spronarci ad uscire dal letargo forzato causato dalla pandemia in atto. Abbiamo deciso di affrontare l’argomento Gender e io mi sono ritagliata uno spazietto per parlare di un argomento che mi sta molto a cuore: l’educazione dei generi.

Mi piace dire che noi donne siamo delle privilegiate, che “abbiamo una marcia in più”. E’ un dono che Dio ci fa e abbiamo il dovere di usarlo e dobbiamo usarlo nel modo giusto, non farlo sarebbe un delitto, un’offesa. Nei primi decenni del secolo scorso gli uomini ritenevano che le donne proprio per il fatto che dessimo la vita, fossimo troppo sentimentali, troppo emotive, quindi non adatte a rivestire ruoli dove occorreva obiettività, come in politica, diventare deputato o senatore, o magistrato! E forse proprio per questo noi siamo più intuitive, più attente, meno superficiali, riusciamo a vedere ‘oltre’. Questo dono ci rende speciali e da questo prescinde il comportamento fra uomo e donna. Alla base di ogni relazione ci deve essere il rispetto, rispetto per le libertà di ognuno. Ma attenzione, se per raggiungere il mio obiettivo di ‘libertà’ prevarico quella degli altri, significa che sto oltrepassando il limite invisibile di questa libertà. In suo nome non possiamo, né le donne né gli uomini, fare quello che ‘vogliamo’, così facendo ci mancheremmo di rispetto e precipiteremmo nella corsa verso la discordia, che degenera in violenza, verbale, fisica, psicologica.

Il punto del contendere è proprio qui: sappiamo comportarci nel modo corretto in una relazione? E intendo entrambi i generi! Voglio dire che bisogna partire da molto lontano….dall’educazione di fondo. La parola chiave è: EDUCARE. Chi è investito di questa grande e imprescindibile responsabilità? I genitori, gli educatori, i sacerdoti, tutti coloro che sono preposti ad un insegnamento. Entrambi i generi devono essere educati al rispetto reciproco fin da piccini, dall’asilo fino all’università e poi nel mondo lavorativo e nella società in generale.

Stiamo assistendo ad una strage di donne ‘ammazzate’, sfregiate, picchiate, psicologicamente soggiogate, umiliate dagli uomini che dovrebbero amarle. Ogni giorno apprendiamo di storie terrificanti che spesso si concludono con un omicidio/suicidio e a volte con una strage dell’intera famiglia. Perché da un po’ di anni a questa parte questo sta avvenendo così spesso? Forse il continuo parlarne alla Tv, ai talk show, mette in moto una specie di tragico desiderio di emulazione? Forse in questi ultimi mesi l’isolamento forzato causato da questa pandemia ha contribuito ad incattivire ed esasperare le convivenze già traballanti? Di sicuro questi due elementi contribuiscono. Per come la vedo io c’è di più!

La donna combatte una guerra lunghissima, per ottenere la sua indipendenza e la parità di genere, da molti anni e pur avendo vinto molte battaglie, anche aspre e dure, ancora deve lottare. Solo dalla metà del secolo scorso, il 2-6-1946, abbiamo ottenuto il diritto di voto e di conseguenza il diritto di farci eleggere. Solo oggi per la prima volta una donna è diventata Vice P. degli USA, una donna Rettore dell’Università di Roma, una Vice Capo della Polizia, un’altra Capo dell’Intelligence USA!! Quando, ancora negli anni ‘70 del sec scorso era impensabile avere donne ingegneri o piloti di aereo. Tuttavia ancora deve lottare per la parità di retribuzione, per poter fare carriera: qui deve scegliere o fare carriera e rinunciare ad una famiglia, o avere una famiglia e rinunciare ad una carriera. E quindi?

Quindi occorrono due interventi fondamentali: Legislazioni più idonee e…EDUCAZIONE. Riguardo alla legislazione devo dire che già rispetto al mio tempo le lavoratrici madri oggi hanno più agevolazioni, ma non ancora abbastanza per dare loro la possibilità di far bene entrambe le cose senza trascurarne nessuna delle due, né il lavoro, né la famiglia. Ci vogliono normative adeguate che permettano alle lavoratrici madri e ai padri di poter lavorare e nel contempo seguire la prole in modo oculato: i figli crescono bene nell’ordine che da loro sicurezza. In questo modo essi vengono avviati alla vita dall’educazione impartita dai genitori. E qui entriamo nel secondo intervento fondamentale per arginare e far cessare le differenze che conducono alle violenze. L’educazione.

Stiamo lottando per educare gli uomini a rispettare le donne, ma care amiche, forse ci stiamo dimenticando di fare il contrario: anche le donne vanno educate. Le adolescenti e le giovani donne hanno spesso una visione distorta delle relazioni sentimentali. Sono fuorviate dall’uso continuo del web, dalle fiction o da programmi non proprio educativi, dove assistiamo a tristi spettacoli di litigi fra uomini e donne rinchiusi in una casa o ospiti di talk show in cui dovrebbero trovare l’anima gemella!! Se ne dicono di tutti i colori e si accusano fino allo stremo di sciocchezze varie. Da questi spettacoli emerge la figura di una donna ‘individualista’ ‘egoista’ ‘cinica’. Una donna che ricopia gli atteggiamenti dei protagonisti televisivi e che crede di poterli replicare nella vita vera. Occorre tener presente anche i sentimenti del compagno.

Questo non deve diventare un giocattolo con cui divertirsi finché alla donna sta bene per poi buttarlo via con tranquilla indifferenza perché si è trovato qualcuno più interessante!! E che importa se ci sono dei figli? Alcuni uomini, certo non adeguatamente educati, si sentono amareggiati e possono diventare anche violenti. Non sarebbe più ‘equal’ se anche le donne venissero educate al reciproco rispetto? Non si può in nome di una effimera libertà, libera di andare e venire, di prendere e lasciare, pretendere che il compagno stia sempre ai comodi e alle bizze femminili.

Attenzione questo mio dire non deve essere interpretato come una giustificazione ai comportamenti violenti! Voglio sottolineare che anche la donna va rieducata, deve imparare a riflettere. Forse molte adolescenti non conoscono nemmeno il significato della parola ‘pudore’…non sanno misurare la gestualità, il linguaggio, la postura del corpo, non sanno che cosa è ‘volgare’! Non si può, non si deve, accettare che il comportamento avventato tenuto da alcune donne, venga erroneamente attribuito ad una falsa ‘libertà’.

Non abbiatevene a male amiche fidapine se cerco di mettere un po’ di ordine fra tante idee confuse; ripeto quanto sopra detto non va inteso come giustificazione, assolutamente no! Ma come indicazione, sprone, a chi è preposto all’educazione dei giovani, a riflettere bene sul loro futuro, essi sono, gli uomini e le donne di domani.

Questo è il nostro tempo, il tempo delle responsabilità: dobbiamo educare equamente. Noi donne Fidapa abbiamo un ‘credo’: solidarietà e condivisione. Lancio un’idea: vogliamo diventare ‘influencer’ delle nostre ragazze? Influenziamole in modo positivo, diventiamo per loro maestre di vita!!!

Quindi…rimbocchiamoci le maniche, ripartiamo e, come ci ha insegnato la nostra grande Margherita Gulisano “camminiamo insieme per costruire”…..un mondo migliore.

Anna Maria Caligiuri
(socia fondatrice sez. Fidapa Soveria M.)